Franca Sozzani nominata ambasciatrice ONU per la moda

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Il direttore di Vogue Italia, Franca Sozzani, ha ricevuto al Waldorf Astoria Hotel di New York la nomina di Goodwill Ambassador durante il First Ladies & Fashion 4 Development Luncheon, che, voluto da Bibi Russel, è partner operativo dell’ONU per il quale si propone, attraverso la moda, di accrescere l’indipendenza e l’autoaffermazione delle donne, oltre a lavorare a strategie di sviluppo sostenibile, nel nome dell’ethical fashion.

In carica dal 1988, la mitica Franca Sozzani, è riconosciuta universalmente come una delle più iconiche figure del mondo della moda. Al prestigioso evento che l’ha vista brillare come una star, lei che del low profile ha fatto uno stile di vita, hanno partecipato molte personalità politiche di spicco che sono intervenute sul tema del “Giving back is the New Luxury”. Tra gli interventi più apprezzati, oltre a quello della moglie del segretario generale dell’Onu Ban-Ki-Moon, c’è stato proprio quello del direttore di Vogue Italia, la biondissima Franca Sozzani dagli occhi di ghiaccio e dal carattere di ferro.


Molto toccante il  discorso che Franca Sozzani  ha pronunciato al gala esclusivo promosso da South-South News, piattaforma di cui Fashion 4 Development fa parte, davanti a First Ladies, Capi di Stato, Ambasciatori e Primi Ministri dopo che le era stata conferita la prestigiosa carica ONU.

Un discorso sincero e importante in cui la Sozzani promette di fare davvero qualcosa di importante per cambiare la vita delle persone. Perché lei è al top e non ha certo bisogno di un nuovo titolo onorifico davanti al suo nome. Lei che è una sognatrice, ma anche una businesswoman e una creativa, si è detta convinta che la moda è eterna, esisterà finche esisterà l’uomo perché è espressione del suo se più profondo.

Ma la moda deve essere resa accessibile a tutti, nel rispetto delle singole realtà nazionali. Franca Sozzani si è detta, quindi, disposta a impegnarsi a capire e valorizzare le specificità di ogni paese. C’è chi è bravo nei ricami, chi nei pellami, chi nelle stampe e nelle colorazioni… Il suo progetto è quello di mettere in contatto questi artigiani locali con team di gente preparata fatta venire dall’Europa, dall’America e  dall’India (stilisti, creativi e tecnici)  che può insegnare a chi ha queste capacità come farle fruttare al meglio senza svenderle per pochi soldi ai turisti.

Si potrebbero creare scuole d’arte per dar visibilità ai giovani talenti locali. Magari aprire piccoli laboratori che potrebbero col tempo trasformarsi in piccole fabbriche che darebbero un lavoro dignitoso e un salario adeguato al costo della vita a tanta gente del loro Paese.

Perchè, ha  concluso la Sozzani

credo che la cultura e il lavoro siano gli unici strumenti per cambiare la condizione degli esseri umani. La moda può fare davvero molto e non credo ci sia miglior definizione di quella scelta quest’anno dalle Nazioni Unite: “Giving back is the new luxury”, dare agli altri è il nuovo lusso. Lo farò. Ve lo prometto”. Sozzani dixit.