Oltre ai grandi nomi dell’alta moda italiana come Sarli, Curiel e Balestra, si fanno strada nella haute couture del nostro Paese nomi nuovi come Antonella Rossi, Sabrina Persechino e Vittorio Camaiani, portatori di una nuova idea di couture che nasce da importanti suggestioni culturali e artistiche.
La prima, Antonella Rossi, ha presentato ad AltaRoma una collezione composta da 23 outfit e nata dall’ispirazione della favola di “Amore e Psiche“, tratta dalle “Metamorfosi” di Apuleio, mentre tagli e forme sono ispirate agli anni ‘Quaranta, In passerella si sono così visti cappotti dalle forme a uovo in Casentino, abitini chic e sobri con le maniche a conchiglia, pantaloni e gonne rigorosamente a vita alta e aderenti, per una donna alla ricerca della propria femminilità. Molto eleganti le forme arrotondate e quelle a conchiglia che fanno tornare in mente quell’austerità che quegli anni tormentati dal secondo conflitto mondiale hanno impresso allo stile, almeno finchè non arrivò Christian Dior con il suo lussuosissimo New Look a cambiare le carte in tavola per sempre. I colori della collezione di alta moda a/i 2013-14 di Antonella Rossi spaziano dai panna, naturali ai giallo ocra fino al blu più intenso. I cappotti hanno grandi revers e forme cocoon, mentre gli abiti da sera sono lunghi e ricchi di intarsi di pizzo e scollature che mettono in risalto la schiena, da sempre uno dei punti più seducenti del corpo femminile, mentre la sposa presenta un originale taglio redingote.
Grande successo ha riscosso la nuova collezione couture della giovane designer-architetto Sabrina Persechino. Il concept della sua collezione “BAROCK” ha come tema le cupole, intese non solo come coperture voltate, ma soprattutto come strutture sospese che concorrono a un complesso di statica-dinamica. Le cupole sono l’emblema della classicità, ma nel periodo tardo rinascimentale-barocco alcuni “equilibri” vengono manomessi e forzati sia nelle dimensioni che nell’aspetto estetico. Un simile processo di rottura avviene nella musica con la nascita del Rock. Da qui il nome BAROCK, nato dalla crasi tra barocco e rock, che sottolinea la rottura degli schemi con cui si è portati a vedere e a rappresentare le cupole. Così in passerella vanno abiti frutto di una voluta esasperazione degli elementi strutturali, estetici, decorativi, che si tramutano in abiti, dando vita a texture, tagli geometrici e di sostegno all’abito stesso, anche mediante catene e accessori. Sabrina Persechino, nella sua ispirazione, non ha voluto limitarsi alle cupole romane, allargando lo sguardo anche a quelle rinascimentali, moderne e contemporanee, come i riflessi dorati delle cupole arabe o le strutture di quelle in ferro e vetro. Un susseguirsi di squame in skai e paillettes vogliono rendere omaggio ai tetti delle chiese gemelle di Piazza del Popolo a Roma, e si alternano ai giochi di stampe geometriche che, nell’incontro con sfaccettature di nuance marroni, richiamano il pavimento di Santa Maria del Fiore a Firenze. Tra i tessuti utilizzati prevalgono il satin, duchesse, mikado, ottoman, chiffon, georgette; oltre che velluti in seta, lane e damascati, mentre la cartella colori si ispira alle tinte naturali delle materie delle strutture analizzate, come il bianco, l’oro, l’argento, il nero e i toni del marrone.
Per l’autunno inverno 2013/14, Vittorio Camaiani ha proposto una collezione dall’ispirazione surrealista che rivela un viaggio onirico ed uno sguardo contemporaneo alle opere e agli elementi figurativi cari a Renè Magritte. Un surrealismo che non mira a snaturare l’abito ma a solo a cercare nuove vie espressive. La goccia è il filo conduttore di questa collezione. La goccia è nei tagli che uniscono pinces e tasche negli abiti a trapezio, nelle scollature e tasche dei cappotti e nelle maniche delle camicie. Tocchi ed accenni di surrealismo si sposano con la linearità e la contemporaneità dei capi che contraddistinguono lo stile di Vittorio Camaiani, senza cadere in eccessi stilistici e comprometterne l’indossabilità. Le gocce si appoggiano su onirici strati di tulle e chiffon, scivolano su pantaloni e si ritrovano ricamate nella sera. Tra i capispalla il capo emblema è il giaccone “Impero delle luci”, omaggio alla rinomata opera di Magritte. Notevoli anche i cappotti e paltò militari ingentiliti con fondi a “gocce” e la nuova “cappa nuvola” che, di diverse lunghezze dalla vita al ginocchio e materiali dalla lana grezza al cachemire alla duchesse, è perfetta in ogni occasione. Anche per i capi di maglieria c’è spazio per nuvole e gocce, quasi squarci di cielo magrittiano, fino agli abiti da cocktail con l’abito “goccia” dalla silhouette a trapezio, l’abito con “finale a nuvola” e l’abito “pioggia” di lana e chiffon.
Photo Credit | AltaRoma