Un segno sotto l’occhio tracciato con il rossetto rosso e la fatidica frase che viene pronunciata: “Non È Normale Che Sia Normale”. Così donne e uomini del mondo dello spettacolo, della cultura, dell’Università, dell’informazione e della moda, in un video dicono basta alla violenza sulle donne, solidarizzano con le vittime, con chi ha ancora paura e le esortano a denunciare.
Il video, o meglio i video che stanno spopolando sui social, sono stati lanciati in vista della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, indetta dall’Onu e che si tiene oggi 25 novembre.
Ad ideare questa campagna a difesa delle donne, contro gli abusi, lo stalking, contro le morti di donne vittime di violenze efferate, è stata la vicepresidente della Camera dei Deputati Mara Carfagna.
La parlamentare di Forza Italia ha presentato l’iniziativa il 21 novembre, a Roma, nella Sala della Lupa di Montecitorio, spiegando che “non basta più discutere tra addetti ai lavori, oggi bisogna aprirsi, sviluppare in maniera positiva le potenzialità della rete. È fondamentale che di violenza si parli anche in famiglia così come sui luoghi di lavoro. Si tratta di un tema drammaticamente diffuso e vicino a tutti noi”.
La campagna con l’hashtag #NonÈNormaleCheSiaNormale è diventata virale in poche ore e dal 21 novembre ad oggi su Facebook, Twitter e Instagram ogni giorno vi sono video o foto di donne e uomini, famosi e non, con un segno di rossetto rosso sotto l’occhio.
I protagonisti del video proiettato alla Camera dei Deputati sono: Fiorello, Barbara D’Urso, Alessandro Borghi, Annamaria Bernardini De Pace, Andrea Delogu, Maria Grazia Cucinotta, Vincenzo Salemme, Paola Turci, Anna Falchi, Bruno Barbieri, Noemi, Bianca Balti, Alessandro Roia, Francesco Montanari, Claudia Gerini.
Questi sono stati i primi nomi di volti noti che hanno aderito, all’iniziativa, di cui è media partner il magazine Elle, hanno partecipato: Barbara D’Urso, Annamaria Bernardini De Pace, Andrea Delogu, Maria Grazia Cucinotta, Vincenzo Salemme, Alessandro Roia, Alessandra Amoroso, Ambra Angiolini, Bianca Aztei, Giulia Bongiorno, Roberta Capua, Milly Carlucci, Andrea Carpenzano, Cristina Chiabotto, Martina Colombari, Lodovica Comello, Marco Conidi, Carolina Crescentini, Geppi Cucciari, Tosca D’Aquino, Salvatore Esposito, Rossella Fiamingo, Corrado Formigli, Marco Giallini, Bianca Guaccero, Miriam Leone, Diletta Leotta, Selvaggia Lucarelli, Filippo Magnini, Guillermo Mariotto, Emma Marrone, Alberto Matano, Giorgia Palmas, Giovanna Nina Palmieri, Melissa Panarello, Federica Panicucci, Federica Pellegrini, Martina Piemonte, Lola Ponce, Simona Quadrella, Michela Quattrociocche, Isabella Rauti, Giorgia Rossi, Ivan Zaytsev, Samantha De Grenet, Nina Soldano e l’intero consiglio comunale di Venezia.
Un video sui social è stato postato anche dal Presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, dal ministro per la Salute Giulia Grillo, un video collettivo è arrivato dall’Ambasciata Americana a Roma, e poi da Stefania Rocca, Enrica Bonaccorti, Edoardo Leo, Cristina Parodi.
Significativa è stata la giornata di presentazione della campagna a Montecitorio, dove erano presenti esponenti di varie forze politiche, da Maria Elena Boschi del PD, a Isabella Rauti di Fratelli d’Italia, al ministro Giulia Bongiorno della Lega e all’altra vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni del Movimento 5 Stelle. Presente il direttore della Polizia Postale Nunzia Ciardi.
Davvero toccanti le testimonianze di chi ancora porta i segni della violenza o di chi ha perso un familiare a causa della furia omicida di un uomo. Testimonianze raccolte da Serena Bortone, Barbara Palombelli, Barbara D’Urso e Monica Mosca.
“In questi giorni – ha affermato il vicepresidente della Camera – ho depositato un emendamento per creare un fondo per assistere le famiglie affidatarie di orfani di femminicidio. Le donne non vogliono più essere picchiate in casa loro, non vogliono subire violenze e stupri. E quando succede vogliamo giustizia: rapida, inesorabile, commisurata”.
La Carfagna ha voluto che il mezzo con cui dare visibilità a questa campagna contro la violenza sulle donne fossero i social, in modo da “intercettare – come spiega la parlamentare – chi non legge i giornali e non guarda le trasmissioni televisive di approfondimento. Ma soprattutto per parlare ai giovani. Il testimone di questa battaglia devono prenderlo loro”.
“Dobbiamo aiutare – ha aggiunto – le donne a denunciare. Spesso non lo fanno per vergogna, per paura e perché i tempi della giustizia sono troppo lunghi. Sto studiando, con la collega parlamentare Giusi Bartolozzi che è anche magistrato, un disegno di legge per dare priorità alle denunce delle donne vittime di violenza. Perché sappiano che i loro casi verranno presi in considerazione subito e che si procederà speditamente. Quando la donna vince la paura e la ritrosia deve essere protetta”.
L’invito a inviare, postare, condividere contributi video e fotografie è rivolto a tutti, alla gente comune, non solo alle donne: a chiunque abbia mamme, figlie, sorelle che non vorrebbe mai vedere ferite, aggredite, minacciate.
Già 10.000 italiani hanno aderito postando sui propri canali social una foto o un video con un segno di rossetto sotto l’occhio, per testimoniare come non sia normale che la violenza sulle donne sia considerata ancora normale.
Per partecipare alla campagna basta postare sui social l’hashtag #nonènormalechesianormale e una foto con il segno del rossetto sotto l’occhio.
“Chiediamo a tutti di unirsi all’onda – è il messaggio di Mara Carfagna – e di diffondere il messaggio. Chiunque può contribuire coinvolgendo amici e conoscenti sulle piattaforme social e sul web”.