Parigi Fashion Week: Christian Dior a/i 2013-14

 

Raf Simon, direttore creativo della maison Dior, continua nella difficile impresa di far dimenticare il suo predecessore, John Galliano, al grande pubblico, ai buyers e alle sue clienti. Ieri, durante la sua ultima sfilata della collezione a/i 2013-14 ha come sempre sfoderato l’asso del minimalismo chic, aiutato dal generale clima di austerithy che si respira nell’aria e che anche al mondo della moda richiede toni più sommessi e meno teatralità.

In fondo, è solo merito della crisi economica, che lascia poco spazio a coupe de theatre couture alla John Galliano, se Raf Simon è ancora in sella da Dior perché, altrimenti, la sua collezione, pur pregevole e con tocchi vivaci di fantasie black & white, inserti in pied de poule e studiate trasparenze, certo, non è affatto male, ma non è assolutamente Dior. Dalla famosa maison di Monsieur Christian ci si attendono capi favolosi e unici in grado di rivaleggiare con le creazioni degli storici competitor come Chanel, invece il risultato è sempre Raf Simon con qualche tocco di Dior, come le silhouette ad A, i capispalla dalla vita segnata e deliziosi abiti longuette con classico fiocco dècor sul fianco. Notevoli anche i soprabiti total black con revers a contrasto bianchi e i top couture con balze frou frou da indossare su skinny pants a sigaretta e gli abiti alla caviglia con top stretch linea a corolla prposti si interamente realizzati in pelle nera che tempestati di dècor romantici ton sur ton, sempre neri.

Raf Simon inevitabilmente finisce con l’essere sempre autobiografico, non riuscendo a far proprio l’immenso e meraviglioso archivio Dior, perché, per quanto ci provi, la zavorra stilistica che lo lega a un ricercato, quanto noioso e scontato minimalismo, lo trascina sempre verso il basso e con lui la maison, come in questa collezione low profile senza infamia e senza lode. In medio stat virtus, dicevano i latini, ma non è questo il caso del nuovo direttore creativo di Dior che per non osare mai qualcosa di davvero audace e innovativo, ripete se stesso all’infinito e dall’archivio Dior estrapola solo i classici della maison, quelli inattaccabili, dietro i quai farsi scudo dalle polemiche della stampa, quasi fossero una corazza.

L’unica pubblicità ultimamente che ottiene la maison Dior è quando veste le celebrities sui red carpet più prestigiosi del mondo, come quello della Notte degli Oscar 2013 in cui la sua nuova testimonial, l’attrice Jennifer Lawrence, in un abito couture di Dior con ampio strascico, è inciampata sulle scale del palco dove era attesa per ritirare la statuetta come miglior attrice protagonista. Tutti, in platea e a casa in diretta tv, si sono chiesti di chi fosse quel favoloso quanto pomposo abito bianco che adesso resterà negli annali degli Oscar perché un incidente del genere non era mai capitato.

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