Parigi Fashion week: Dior a/i 2012 2013


Era il debutto di Raf Simons in qualità di Direttore Creativo della maison Christian Dior e, dopo l’addio di Bill Gaytten, assistente di John Galliano e in questo periodo sostituto ad interim del grande stilista, era lui il grande designer prescelto dai vertici Dior. Francamente una grande illusione e non poteva essere altrimenti dato che arrivava dalle file di Jil Sander dove il minimalismo è la parola d’ordine.

Solo qualche abito sfacciatamente rifatto all’archivio Dior, come la mitica giacca Bar, riscuote l’applauso del pubblico in sala, il resto è puro stupore. Tanti mesi di attesa per Raf Simons che propone demi couture o pret à porter di lusso invece di vera e pura alta moda? Sequenze interminabili di top a bustino, sia rigidi, sia balloon che terminano in una rouche a palloncino, tutti abbinati a pantaloni neri rigorosi ed essenziali. Gli abiti da sera, non eccessivamente ricamati, sono proposti anche in tinta unita in giallo e rosso, molto ladylike e rigorosi, quasi monacali, mentre molto belle sono le sexy tonache scollate a cuore che si aprono su lunghi pants a sigaretta. Questa è la prima collezione di alta moda autunno-inverno 2012-2013 firmata da Raf Simons, uno stilista in grado nemmeno di scegliere le stampe degli abiti da sera, i più importanti da sempre in una collezione haute couture. Sciape, sbiadite, senza alcun fascino. Un vero peccato, perchè qualche idea buona c’era, come gli eleganti cappotti molto ladylike e signorili, ma sono piccole note intonate in una sinfonia che non conquista. Troppo stonata, fuori luogo, mimalista al punto che che manca quasi tutto, a cominciare dall’eleganza e dalla raffinatezza che colpiscono con la brillantezza del loro originale design . Semplicemente non si tratta di alta moda.

Dové il glamour? Dov’è la sensualità? Per quanto ci provino nessuno sarà mai all’altezza di John Galliano e ben gli sta perché non si mette a tacere così all’improvviso la voce di un poeta. Se non avessero avuto John Galliano forse questi abiti così normali e portabili, bon ton, color cipria e nero e balloon grand soirée, con stampe che definire anonime è un eufemismo, potremmo anche farceli piacere e non staremmo qui a rimpiangere i tempi d’oro in cui l’alta moda era un vero spettacolo e possedere un abito disegnato da John Galliano o Marc Bohan per Dior era il massimo dell’estasi. Certo, non bisogna vivere mai di nostalgia.

Dopo Monsier Dior, morto all’improvviso per un malore a Montecatini mentre giocava a canasta, venne Yves Saint Laurent, poi, per l’appunto, Marc Bohan, un autentico genio adorato da Grace Kelly e, quindi, il magnifico Gianfranco Ferrè con le sue collezioni che erano pura poesia e che nessuno ha mai dimenticato. Dopo di lui, pur considerato inarrivabile, arrivò da Gibilterra un inglese bizzarro, tale John Galliano, e l’universo Dior cambiò per sempre.  Ora vogliono farci credere che in questa catena ininterrotta di geni possa inserirsi Raf Simons?

Sarebbe possibile solo se dimenticassimo che si tratta di alta moda e che in questo settore ci si aspetta di veder sfilare abiti dall’allure favolosa, costrizioni sartoriali uniche e grandiose, per non parlare di chi lo ha preceduto… Almeno il parterre della tanto attesa sfilata della maison Chrstian Dior era all’altezza delle grandi occasioni con la principessa Chalize di Monaco, Anna Wintour, Anna Dello Russo, Olivia Palermo, Marion Cotillard, Sharon Stone e tantissimi altri nomi che chissà cosa avranno pensato dei vertici di LVMH che hanno passato mesi per scegliere chi? Raf Simons…

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