Senza nessuna bellona in giro, come Bar Rafaeli e Carla Bruni, Luciana Littizzetto ieri sera a Sanremo ha cercato di recuperare un po’ di terreno dopo il disastro degli abiti indossati durante la seconda serata del Festival. E in parte c’è riuscita. Ha esordito cantando “Vattene Amore” con Fabio Fazio avvolta in uno splendido abito di Gabriele Colangelo, giovane, ma già affermato talento del Made in Italy, che ha firmato anche altri due look indossati dalla vulcanica conduttrice sempre durante la serata di ieri.
A questo punto, giunti ormai a metà della kermesse sanremese, possiamo affermare che alla conduttrice stanno bene solo gli abiti corti al ginocchio e a tunica perché rendono giustizia alla sua silhouette e le donano particolarmente. Sarà anche bassina, ma ha delle belle gambe tutte da sfoggiare, proprio grazie a questi abiti corti, ma non troppo, e grazie a scarpe dai maxi plateau e tacchi importanti firmate Rizieri (anche se ancora non capiamo l’ossessione della conduttrice per i collant neri super coprenti…). Il primo look di Luciana Littizzetto, con il quale si è anche esibita in un flash mob contro il femminicidio e la violenza sulle donne (cosa di cui tutte noi le siamo grate, perché conta ogni gesto in questa direzione), era proprio un abito dalla linea ad A con effetto spalmato jungle quasi croco, fascia dècor a contrasto sul bordo e piccoli inserti di trasparenze sul corpetto, abbinato a un paio di sandali platform rossi incrociati sul collo del piede e con al polso un braccialetto in silicone di colore rosso perchè rossi erano anche i fazzoletti sventolati dai membri dell’orchestra durante il suo flash mob in quanto simbolo di questo movimento di civiltà.
Bello anche l’abito con maniche e gonna in tessuto techno e iridescente, con corpetto nero e inizio della gonna in lamè argentato: non molto festivaliero, ma pur sempre interessante e moderno, dato che obiettivo dichiarato di Luciana Littizzetto non è fare da testimonial alle solite griffe con i soliti trend, ma mostrare l’anima young del Made in Italy, spesso nascosta o soffocata in questo che, purtroppo, è davvero “un paese per vecchi”, per citare i fratelli Coen. Se l’ultimo look di Luciana Littizzetto poteva essere quello top della sua terza serata al Festival, grazie al corpetto sfavillante di paillettes in tante nuance argentate a specchio, più corto sul davanti e con leggera coda tondeggiante sul retro, con un armonico effetto aerodinamico, la conduttrice gli toglie un po’ di allure indossando sotto di lui un paio di pantaloni casual neri e i soliti sandali platform, sempre lo stesso modello di quelli dell’inizio puntata, ma non più rossi, bensì neri. E anche qui, in aggiunta probabilmente al modello originale, delle piccole spalline in organza nera trasparente, in genere pretese da chi ha un po’ di cellulite all’inizio delle braccia e per forza di cose non può indossare modelli smanicati. Per sua fortuna, proprio in quel momento, ha dato il peggio di sè la bellissima attrice Laura Chiatti, salita sul palco per cantare con AlBano “Felicità”: informe e non-sense l’abito nero indossato per l’occasione, con drappeggi che si inseguivano sul corpetto senza andare a parare da nessuna parte. Cucito male e indossato peggio: peccato per Laura Chiatti che era molto emozionata di trovarsi proprio lì, sul mitico palco dell’Ariston. Luciana Littizzetto, quindi, si è salvata in corner con l’ultimo suo look e per la serata di ieri la promuoviamo a pieni voti, anche se non è stata certo all’altezza della prima puntata del Festival quando ha indossato gli incantevoli abiti di Aquilano Rimondi.
Saltando a pie’ pari Fabio Fazio, sempre così anonimo e senza fascino pur indossando capi sartoriali di Costume National, passiamo finalmente ai cantanti in gara. Ieri erano di turno sia i big che i giovani. Di questi ultimi a passare il turno sono stati Paolo Simoni e Ilaria Porceddu che non solo ha riportato, dopo i Tazenda, il sardo al Festival, ma ha anche indossato un meraviglioso abito black & white della maison d’alta moda Gattinoni con prezioso corpetto interamente ricoperto di ricami. Un vero splendore. Per quanto riguarda, invece, i Big in gara al Festival, gli artisti ieri sono stati giudicati solo con il televoto che varrà il 25% nel conteggio finale il cui esito, per l’appunto, sarà stabilito con l’aggiunta del 25% del televoto di sabato e con il 50% della giuria di qualità in cui Neri Marcoré prenderà il posto dell’indisposto Carlo Verdone e si siederà, tra gli altri, accanto all’etoile Eleonora Abbagnato, che vestirà Dolce & Gabbana e Nicoletta Mantovani, produttrice cinematografica e vedova del grande Luciano Pavarotti, in look firmato Giorgio Armani. Per quanto riguarda i cantanti ieri in gara, stando alle classifiche provvisoria indicata dal televoto di ieri sera, in testa ci sarebbe Marco Mengoni, seguito dai Modà, Annalisa, Chiara, Raphael Gualazzi, Simona Molinari e Peter Cincotti, Maria Nazionale, Elio e le Storie Tese, Daniele Silvestri, Max Gazzé, Simone Cristicchi, Malika Ayane, Marta sui Tubi, Almamegretta. Completamente diversa la classifica dei look più belli dei cantanti in gara. Vediamo i tanti bocciati e i pochi promossi. Se Marco Mengoni, vestito Salvatore Ferragamo, si è scompigliato (ma perchè?) il ciuffo rispetto alla prima serata, indossando un completo color ruggine che non gli donava affatto, Max Gazzè, dimostrando, però, e gliene diamo atto, una notevole, quanto rara, libertà di pensiero anche nella scelta del look di scena, con tanto di smalto nero alle mani, ha esagerato con stampe e tessuti, indossando un adorabile smoking nero damascato con papavero sul bavero, camicia bianca e un gilet bordeaux stampato occhio di pernice che non c’entrava assolutamente nulla con il resto, ma, considerata l’estrosità autoriale del simpatico cantautore romano, lo salviamo perché sceglie sempre e solo look che riflettono la sua personalità multisfaccettata e, quindi, via libera all’overdressing. Ma solo per lui. Nessuna pietà per il look di Maria Nazionale con top a cuore stampato in una scialba fantasia black & white con maniche in organza nera e lunghi pants a cui erano sovrapposti altri pantaloni, più ampi, in organza trasparente. I Modà si vestiranno anche Armani, ma basta quel ciuffetto di capelli alla baby birba pieni di gel esibito dal cantante del gruppo per rovinare l’effetto d’insieme. Suggeriamo una sessione urgente da un bravo hairstylist.
Molto meglio Daniele Silvestri in elegante completo grigio e nero firmato Diesel Black Gold e lo stile alla Michael Bublè di Raphael Gualazzi con tanto di smoking, ma senza farfallino e camicia lasciata leggermente aperta. Tres chic. Annalisa ripete l’exploit della seconda serata, indossando un altro completino firmato Blugirl, “ino” perchè sempre più mini, persino degli shorts in pizzo già esibiti sul palco dell’Ariston. Il punto è che la ragazza ha stile, non è volgare e può permettersi di indossare, come ha fatto ieri sera, una minigonna cipria quasi inguinale abbinata a una blusa dai ricami ton sur ton aperta sui gomiti e scarpe neutre, sempre pump e stringate, senza distrarre il pubblico, attratto più dalla sua veloce e dalla sua orecchiabile canzone che dalle sue splendide gambe. Potenza della musica. Il suo look, comunque, è più da shooting o da catalogo che da Festival di Sanremo, però Annalisa e giovane ed è giusto che qualcuno rappresenti sul palco i gusti di molte sue coetanee che, certo, non di rispecchiano in abiti da sera dall’allure retrò o troppo formali. Sempre all’opposto di Annalisa si pone Malika Ayane che, finalmente, rinuncia ai boccoli alla Marilyn Monroe per un bel raccolto, ma indossa un abito nero che la mortifica nella silhouette: una specie di lungo sari informe intrecciato dietro la nuca… Unica nota glam il tocco di un maxi fiocco dècor, mentre le scarpe pump color beige non c’entravano assolutamente nulla: look completamente sbagliato per una delle interpreti più amate della canzone italiana. Chiara, la vincitrice dell’ultima edizione di “X-Factor” sceglie ancora un completo blusa-pantaloni di Alberta Ferretti con top tutto ricamato di maxi foglie bordate di bianco. Un outfit semplice ed elegante adatto alla sensibilità di una ragazza molto timida e riservata che, certo, si sentirebbe a disagio a Sanremo. Fresca ed esuberante, invece, Simona Molinari, vesita con un abito rosa shocking con gonna a cascata drappeggiata su un fianco per rivelare dall’altro, con generoso spacco, un delizioso paio di minishorts in paillettes, proprio come la piccola cintura che portava in vita. Il tutto firmato Antonio Martino Couture, altro grande nome dell’alta moda italiana, quella young che, proprio come il pret à portér italiano, fatica ad emergere nel nostro Paese culturalmente sclerotizzato.
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